Storia d'Italia - Scalettatura cronologica del 2014




10 gennaio Il Tar del Piemonte invalida il risultato delle elezioni regionali del 2010, avendo accertato  irregolarità nella raccolta delle firme per una lista collegata a Roberto Cota, il candidato della Lega e del centrodestra, poi uscito vincitore dalle urne. La lista, "Pensionati per Cota", fruttò all'attuale governatore ben ventisettemila voti. La decisione del Tar arriva a due mesi di distanza dalla condanna definitiva di Michele Giovine, che aveva messo insieme la lista incriminata e l'aveva capeggiata. 
21 gennaio Il Senato approva un emendamento del governo al disegno di legge sulle pene detentive alternative che cancella il reato di immigrazione clandestina trasformandolo in "illecito amministrativo". Ciò significa che l'extracomunitario sbarcato irregolarmente sarà espulso ma non subirà alcun processo. La recidività farà eventualmente scattare il reato. 
24 gennaio Il governo dà il via libera alla privatizzazione delle Poste.

4 febbraio Con 347 sì e 200 no la Camera approva la conversione in legge del decreto svuota-carceri, un passaggio sul quale l'esecutivo aveva richiesto la fiducia. In base al testo del decreto, gli immigrati o gli stranieri a cui siano stati inflitti non più di due anni di carcere saranno espulsi direttamente, mentre gli italiani su cui gravino condanne detentive non superiori ai 18 mesi, o a cui resti da scontare dietro le sbarre un periodo equivalente, verranno destinati agli arresti domiciliari; per tutti i sottoposti a questo regime di detenzione, inoltre, diventerà obbligatorio l'uso del braccialetto elettronico. 
12 febbraio La Consulta dichiara incostituzionale la legge Fini-Giovanardi, che nel febbraio 2006 aveva introdotto l'equiparazione, a livello penale, dell'uso e dello spaccio di droghe leggere e droghe pesanti. L'incostituzionalità è dovuta al fatto che le norme costituenti quel provvedimento erano state infilate, come emendamenti, in un decreto legge del 2005 che riguardava il finanziamento delle Olimpiadi invernali di Torino, in sede di conversione dello stesso.
13 febbraio Su mozione del segretario Renzi, la direzione del Pd sfiducia il premier Letta, che annuncia e rassegna le dimissioni.   
24-25 febbraio Dopo aver incassato la fiducia sia al Senato che alla Camera, il governo di rimpiazzo presieduto da Renzi entra ufficialmente in carica. 

26 marzo Con uno scarto di pochi voti tra favorevoli e contrari, il Senato approva la fiducia al decreto legge firmato da Renzi e Delrio che ridefinisce le funzioni delle province italiane. Il documento ottiene il via libera anche dalla Camera il 3 aprile, con una maggioranza un po' più ampia. 

16 aprile Passa in Senato la legge che definisce come reato il voto di scambio, e stabilisce una pena detentiva che, a seconda dei casi, va dai quattro ai dieci anni per chi se ne rende colpevole. Proprio sui tempi di carcerazione si scatena la violenta opposizione dei grillini in aula, memori di come, in una precedente discussione parlamentare, il testo della legge prevedesse una durata della pena più lunga, quantificata tra i sette e i dodici anni. Altro motivo di critiche la decisione del presidente dell'Assemblea di ricorrere, pur trattandosi di un disegno di legge e non di un decreto-legge, al metodo della ghigliottina per accelerare i tempi di approvazione: viene chiamata, infatti, "ghigliottina" la facoltà degli epistati dei due rami parlamentari di interrompere in qualsiasi momento la discussione su un decreto, i cui tempi di conversione siano ormai agli sgoccioli ma che sarebbe necessario convertire, e passare subito al voto. Nel caso specifico, invece, secondo l'obiezione degli uomini del Movimento Cinque Stelle, il governo aveva richiesto e ottenuto, in via eccezionale, il percorso di approvazione prioritaria per quel testo perché si era impegnato a farlo passare prima del 25 maggio, in base ad un accordo tra Pd e Forza Italia. Quasi nelle stesse ore viene ufficializzata la decisione dei magistrati di Milano di assegnare Silvio Berlusconi ai servizi sociali, ad espiazione di quanto gli resta da scontare come previsto dalla sentenza del processo Mediaset dell'agosto 2013.
22 aprile Con un'amplissima maggioranza il decreto legge sul lavoro firmato dal ministro Poletti passa l'esame della Camera. Il 7 maggio il testo otterrà l'approvazione anche del Senato. 

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